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Fiori nati su roccia
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* Vieni al giardino della Lavanda selvatica dove tutto cresce spontaneo. Troverai attimi in sospensione senza limitazioni di forme. Dettagli di fiore ti appariranno luoghi incolti dove tutto assumerà altro aspetto. Come to the garden of the wild Lavender where everything grows spontaneously. You will find moments suspended without the limits of form. Details of flowers will come to you in the untilled places where all assumes a different aspect. * Dormire per essere dall’altro lato del tempo. Negli anni le Madreselve sono cresciute. Alcuni gruppi di cespugli accompagnano avvallamenti di terreno. Essendo il pensiero riflesso di luce può conoscere il mondo. Sleep to be on the other side of time. In the years the Woodbines were grown. Some groups of bushes follow hollows of the land. Since thought is reflected light it can know the world. * Questo giardino non ha orari sembra dilguarsi in luce e ombra. Fiori dai petali incisi a raggiera. Mondo ignoto mondo dormiente. This garden is without hours it seems to dissolve itself in light and shade. Flowers with petals engraved in a radiant crown. A world unknown a slumbering world. * Una parte dell’uomo deriva da natura una parte deriva solo da sé stesso. Spazi informali sensibili immagini d’interiorità invisibili. A part of man comes from nature a part comes only from man himself. Informal spaces sensitive images of invisible inner life. * In te nasce il future. Recidi germogli esili. Quelli rimanenti vigorosi avranno fiori copie-immagini d’idee. In you the future is born. You cut the finr sprouts. Those that remain are vigorous they will have flowers copy-image of ideas. [ da Fiori nati su roccia - Flowers born on rock (1993- 1994), Aldo Roda, Gazebo ]
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Franca Colozzo
- 24/03/2019 22:41:00
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Una poesia che, nell’alternanza del ritmo italiano/inglese, fonde le melodie di due lingue in un unico musicale assemblaggio (io stessa sperimento spesso questo miscuglio linguistico non per esterofilia, ma per il piacere di veder fluire le parole in differenti accordi e ritmi). Il giardino che tu proponi, un Eden selvaggio dove le forme si aggrovigliano nella loro semplicità del farsi, si apre al nostro sguardo disincantato attraverso lo stupore incontaminato senza spazio-tempo. Là ti piace perdere te stesso per osservare forme in evoluzione continua, in un miscuglio di immagini metafisiche, lo stesso in cui forse il mitico Adamo muoveva i suoi passi. Pure a me piacerebbe perdermi in un mondo onirico dove tutto accarezza i pensieri in nuce e illumina la mente con i suoi ineffabili colori. Oggi che noi esseri umani stiamo distruggendo il pianeta, di cui non siamo degni, ci accorgiamo troppo tardi del danno da noi procurato nella speranza di porvi rimedio. Ma l’antico Eden resta sospeso nel limbo della nostra mente e nel nostro subconscio in attesa di manifestarsi nuovamente a noi.
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Giulia Bellucci
- 24/03/2019 14:22:00
[ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]
Un poetare quello di Aldo Roda molto personale, originale per quest’epoca impermeata di artficialitá e tecnologia. È stata una sorpresa piacevole leggere le tre poesie proposte, che mi hanno indotto a voler approfondire con il resto della raccolta. Ciò che il poeta vuole dirci è già anticipato dal titolo. C’ è un punto di vista filosofico importante dietro l’apparente semplicitá di queste poesie. Troppo spesso l’uomo dimentica di essere solo una delle tante entità presenti su questo pianeta ma anche se noi, al contrario delle altre specie, facciamo tanto rumore, non siamo così fondamentali. La bellezza del pianeta non è dovuta all’uomo, ma a tutte le specie animali e vegetali che l’abitano e si susseguono nei secoli e millenni. E anche se l’uomo forse non potrà mai accettare un tale pensiero, il nostro pianeta starebbe benissimo senza di noi, mentre noi non potremmo sopravvivere senza tutto il resto. Trovo nella prima poesia un invito alla riscoperta di angoli vergini, non alterati dalla mano dell’uomo. E questo pensiero è quanto emerge anche nei versi successivi.
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